Oramai la rete si è diffusa ovunque e lo dimostrano i dati che sono impressionanti.
Su una popolazione mondiale di circa 7,4 miliardi di persone, coloro che utilizzano internet (senza distinzione tra desktop e mobile) sono circa 3,4 miliardi. Inoltre, ben 2,3 miliardi di persone usano i social media. Inoltre, se nel 2010 solo il 2,9% degli utenti accedeva a internet da un dispositivo mobile, ormai siamo a circa un 40% di utenti a livello globale che accedono a internet da mobile. (fonte www.tsw.it).
In Italia nel 2016 la percentuale degli internauti si aggira intorno al 63%, pari a circa 38 milioni di persone connesse. L'utilizzo dei social riguarda circa 20 milioni di utenti attivi. Tale progressiva diffusione della rete in tutti gli ambiti, professionali e personali, ha determinato un cambiamento nel modo di comunicare e di pensare e un avanzamento delle conoscenze.
Tuttavia, accanto al progresso troviamo i rischi attraverso il dispiegamento di nuove forme di dipendenze (internet addiction disorder) paragonabili a quelle legate all'uso di sostanze psicotrope e gli adolescenti sono i più esposti proprio per le caratteristiche evolutive di crescita e cambiamento.
Dalle indagini a livello internazionale risulta che gli adolescenti (dai 12 ai 17 anni) usano i social network, in particolare Facebook, il cui uso è aumentato del 566% nel giro di un solo anno, dal 2007 al 2008.
Nel 2014 un 'indagine condotta dalla Società Italiana di Pediatria, "Abitudini e stili di Vita degli adolescenti", ha evidenziato che ad accedere ogni giorno alla rete è l'81% dei teenager di cui il 26% per più di tre ore. I ragazzi usano internet soprattutto per parlare con gli amici, ascoltare musica, guardare i film, per noia e solo in ultimo per studiare.
Inoltre, una percentuale abbastanza ampia è esposta a pericoli quali cyber bullismo, sexting, gioco d'azzardo on line e violazione della privacy.
I comportamenti osservabili nei giovani che possono essere ricondotti a un problema di dipendenza da internet sono:
Per l'adolescente il mondo virtuale può essere ricco di stimoli nuovi e appaganti. Un mondo che tende a soddisfare il bisogno di aumentare le relazioni con il gruppo dei pari, ma solo da un punto di vista quantitativo: è più "cool" avere 1.000 amici "virtuali" sul proprio profilo social, di cui magari si ignora anche dove vivano o chi siano realmente, piuttosto che averne 30 reali, concreti, con cui si abbiano relazioni effettive di cui il social è semplicemente uno strumento d'interazione.
Contatti virtuali permettono al giovane di bypassare quelli reali ed evitare di socializzare, sperimentare parti della sua personalità, affrontare situazioni di vita. Non provano a mettersi in gioco, si disconnettono dalla vita reale, rinunciando a scoprire le proprie risorse
Gli adulti, come figure di riferimento, dovrebbero conoscere gli strumenti tecnologici per accompagnare i giovani e proteggerli da possibili insidie.
Pur tuttavia non sono visti come un punto di riferimento poiché le differenze generazionali sono più ampie rispetto a una volta, producendo un vuoto piuttosto che un conflitto.
Inoltre, nel mondo digitale, i ruoli sembrano spesso invertiti, poiché i figli ritengono di saperne di più.
Stare al passo coi tempi, avere un occhio attento, mantenere un dialogo con i giovani sono prerequisiti essenziali per aiutarli a non cadere nelle trappole della rete.
Dott.ssa Ilaria Monticone
Riferimenti Bibliografici
"Le nuove dipendenze: L'adolescente in rete" Jessica Falchi, Psycosmo n.1/2017- 18 febbraio 2017, ed. Aspis.
"Dipendenza da internet e psicopatologia web-mediata" di Tonioni e Corvino, Recenti Progressi in medicina, novembre 2011.