Che l'adolescenza sia una fase delicata e spesso costellata da difficoltà e disagi è cosa evidentemente nota. La criticità insita in questa fase di passaggio si ritrova in diversi ambiti, da quello familiare a quello scolastico, a quello dei propri pari.
I comportamenti che ne scaturiscono, spesso giudicati negativamente dal mondo degli adulti, non devono essere invece
considerati sbagliati in termini assoluti.
Secondo Siegel c'è una diretta connessione tra l'instaurare comportamenti che possiamo definire rischiosi ed i cambiamenti che intervengono a livello neurofisiologico nell'adolescente. Tali cambiamenti portano allo sviluppo di qualità ben definite che incoraggiano l'inseguimento di novità e l'esplorazione del mondo emotivo, che avviene con maggior forza rispetto al passato.
Secondo l'autore, la maniera con cui i ragazzi assecondano tali qualità contribuisce in maniera sostanziale a definire la loro identità da adulti. A livello neuronale interviene, in una prima fase, una produzione straordinaria di cellule e sinapsi che determinano un grande potenziale, cui seguirà un "taglio riorganizzativo" per cui il cervello manterrà attive e vitali solo le sinapsi usate spesso, eliminando invece le connessioni inutilizzate.
Dunque, in questo mare magnum di potenzialità che è il cervello dell'adolescente, saranno le sue azioni a determinare le specializzazioni in età adulta. Molti studi evidenziano come lo sviluppo del cervello ed in particolare di una sua parte, la corteccia prefrontale, si completi intorno ai 25 anni. È sui benefici effetti che questa regione ne può trarre che sono incentrati studi riguardanti la pratica della mindfulness negli adolescenti. Sembra che i maggiori effetti sulla corteccia prefrontale riguardino le capacità di concentrazione, di programmazione, di saper controllare il proprio comportamento e di saper regolare le proprie emozioni.
Sebbene non sussistano ancora molti protocolli che validino l'efficienza, su basi scientifiche, della mindfulness in adolescenza, emergono comunque con forza, tra i benefici che si possono osservare da una pratica costante, lo sviluppo di una maggiore consapevolezza di sé, che è importantissimo in questo ciclo di vita, un miglioramento nell'ambito di disturbi comportamentali come quello borderline di personalità e quello da deficit di attenzione legato ad iperattività. Inoltre, emergono miglioramenti nella risposta allo stress e nello sviluppo di risorse utili allo sviluppo di strategie mirate a ridurre ansia, depressione ed abuso di sostanze.
In definitiva, lo sviluppo di queste abilità attraverso la pratica della mindfulness può aiutare gli adolescenti ad affrontare in maniera più efficace uno dei momenti più confusi e stressanti della propria vita.
Perché meditare? Un cambiamento positivo interiore provoca un cambiamento positivo esteriore. Le due facce della medaglia per un cambiamento positivo sono azione e meditazione. C'è bisogno dell'azione per un cambiamento, però la qualità dell'azione dipende dalla qualità dei pensieri e dall'energia che poniamo in essi. E questa qualità viene dalla meditazione.
A margine di tutto questo volevo condividere una notizia in cui mi sono imbattuto nei giorni scorsi grazie alla solerzia di un collega che ben conosce il mio interesse verso l'universo della meditazione.
Ogni anno, un progetto chiamato "V-Star Change the World" riunisce studenti presso un tempio buddista in Tailandia per un giorno di meditazione. Si tratta di 1 milione di ragazzi provenienti da 5.000 scuole che praticano la meditazione per la pace nel mondo. Si tratta di un vero e proprio tsunami di energia positiva. E la cosa veramente sbalorditiva è che nessuno ne parla. (empoderasalud.com)
Massimiliano Dorsa
Counselor professionista