Abbandonare le cattive abitudini

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Le nostre azioni possono crearci problemi in molti modi. Ogni giorno compiamo centinaia di scelte che si ripercuotono sul nostro benessere e su quello di chi ci sta intorno: scegliere se bere un altro bicchiere di vino o mangiare un'altra fetta di torta; scegliere se andare a dormire o restare svegli; scegliere se dire la verità, aiutare un amico o accendere la TV. Gran parte delle nostre sofferenze sono dovute alle conseguenze di qualche cattiva abitudine. Da secoli gli uomini studiano le abitudini, ma è solo negli ultimi anni che la neurologia, la psicologia, la sociologia hanno realmente iniziato a capire come funzionano, le conseguenze che generano e in alcuni casi le dipendenze che ne possono derivare. Cosa possiamo fare per prendere decisioni più sagge? Il primo passo è rendersi veramente conto che stiamo facendo delle scelte. E la buona notizia è che le abitudini non sono un destino: si possono ignorare, cambiare, sostituire o… mantenere.

I ricercatori hanno individuato un Circolo dell'abitudine. Questo processo si suddivide in tre parti:

  1. un segnale, un interruttore che dice al nostro cervello di entrare in modalità automatica e quale abitudine usare.
  2. una routine che può essere fisica, emotiva o mentale.
  3. infine la gratificazione in base al quale il nostro cervello decide se vale la pena di memorizzare una certa routine.

Questo circolo diventa sempre più automatico, segnale e gratificazione si intrecciano fra loro fino a indurre un forte senso di aspettativa e craving, ossia un bisogno.

Esiste una verità fondamentale: quando si forma un'abitudine, il cervello non partecipa più al processo decisionale poiché l'abitudine si attiva in automatico. Le abitudini non scompaiono mai davvero ed è un vantaggio enorme perché sarebbe terribile se, ad esempio, dovessimo imparare di nuovo a guidare dopo ogni vacanza. Se non potessimo ricorrere alle abitudini, il nostro cervello collasserebbe sotto il peso delle innumerevoli attività quotidiane, in quanto si perderebbe la capacità di ignorare dettagli insignificanti. Stamattina vi siete fermati a pensare quale scarpa allacciarvi per prima, se la destra o la sinistra? Non riuscivate a decidere se lavarvi i denti prima o dopo aver fatto la doccia? Naturalmente no. Queste decisioni sono abituali e non implicano sforzo. Al tempo stesso, però, il fatto che il cervello dipenda da routine automatiche può essere pericoloso. Le abitudini sono spesso un vantaggio, ma possono essere anche uno svantaggio. Il problema è che il cervello non sa distinguere fra abitudini buone e abitudini cattive. Questo spiega perché è così difficile abituarci a fare attività fisica, ad esempio o a modificare le nostre abitudini alimentari.

Se abbiamo sviluppato la routine di starcene sul divano invece di andare a correre, o di farci uno spuntino ogni volta che vediamo la confezione delle merendine, questi modelli rimarranno per sempre nella nostra testa. Ma per lo stesso motivo, se impariamo a costruire nuove routine in grado di dominare questi comportamenti, ossia se assumiamo il controllo del circolo dell'abitudine, possiamo mettere in secondo piano le tendenze negative. Gli studi hanno dimostrato che, con la formazione di un nuovo modello, andare a fare jogging o ignorare le merendine diventa automatico come qualunque altra abitudine


Tratto da:" Il potere delle abitudini" di Charles Duhigg, edizioni Tea.

Abbandonare le cattive abitudini - parte 2
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