Viviamo in una cultura che tende a promuovere l'individualismo, la competizione, l'efficienza e il profitto. Si parla di "era glaciale" in cui le relazioni umane sono diventate più fredde, le opportunità di incontrarsi sono diminuite e parallelamente l'aumento della tecnologia ha portato allo sviluppo vertiginoso della comunicazione virtuale ed impersonale a tal punto che il calore umano si tende oramai a venderlo attraverso i prodotti come la pasta preparata come la preparava la nonna!
Nel 2013 l'Espresso ha pubblicato un articolo in cui descrive con rammarico una società maleducata e con gioia un movimento sociale (attraverso campagne, manifesti, libri, associazioni) che promuove la gentilezza per contrastare la mancanza di calore e di rispetto nei rapporti umani. Gli interventi educativi nel promuovere la gentilezza e bloccare il bullismo sono proposte utili ed innovative. Ma come perseguire questi obiettivi? Il bullismo è un fenomeno sociale, caratterizzato dal relativo isolamento della vittima e dell'appoggio di cui spesso i comportamenti da bullo godono presso il gruppo dei coetanei. Per questo motivo, un'efficace azione antibullismo passa spesso attraverso il coinvolgimento e sul protagonismo degli allievi. Le strategie definite peer mentoring, peer mediation, peer counseling, sono già state utilizzate in diversi paesi europei e hanno prodotto numerose prove di efficacia. L'utilizzo delle strategie dipende dalle caratteristiche relazionali che si presentano a scuola; si passerà dalla peer mentoring alla peer counseling a seconda della gravità del fenomeno. Attraverso un approccio basato sui pari, in cui vengono utilizzate le risorse del gruppo dei coetanei, si risolve l'80% dei conflitti. Vengono scelti nel gruppo dei pari alcuni allievi delle classi d'età superiore, più motivati ad aiutare i coetanei in difficoltà. Attraverso un training acquisiranno le abilità necessarie sociali e comunicative da utilizzare in diversi contesti sia interni che esterni alla scuola. In questa fase si potrebbero promuovere le caratteristiche della gentilezza, proponendo ai ragazzi selezionati un modello sano da mostrare ai coetanei attraverso la conoscenza e la competenza acquisita. La gentilezza si pone come un tratto importante nel fenomeno educativo poiché è assolutamente più agevole apprendere in un contesto improntato all'ascolto ed al calore, piuttosto che nell'indifferenza. Così come un bambino allevato con amorevoli attenzioni cresce meglio, anche uno studente oggetto di rispetto ed attenzione avrà più probabilità di avere successo.
Un libro meraviglioso "la Forza della gentilezza" di Piero Ferrucci spiega quali siano le caratteristiche proprie della gentilezza stessa: sincerità, perdono, calore, appartenenza, fiducia, empatia, attenzione, pazienza, generosità, rispetto, lealtà, gratitudine e gioia. L'autore propone un modo di vivere pensando e agendo con il cuore perché fa bene al corpo e allo spirito. Una filosofia di vita a misura d'uomo in cui si può ritrovare un equilibrio e un senso della vita. Prova a essere un po' più gentile "Just be a little Kinder". Questo era il consiglio più utile, dopo anni di ricerca, di Adolf Huxley, pioniere nello studio delle filosofie e delle tecniche volte a sviluppare le potenzialità umane.
Anche le tecniche di mindfulness promuovono la capacità di vivere il presente con accettazione e amorevole gentilezza per dare valore a sé stessi e agli altri attraverso un approccio semplice e alla portata di tutti.
Essere gentili non vuol dire non essere al passo coi tempi, integrare la gentilezza nella vita significa ampliare la nostra rete sociale attraverso la generosità e la cooperazione, valori che nell'era tecnologica vengono concepiti in modo più virtuale.
Dott.ssa Ilaria Monticone
Bibliografia
Fedeli D., Bullismo, strategie per un'azione efficace a scuola e tra pari, Psicologia e Scuola, N° 0, 2008, Giunti.
Ferrucci Piero,2013, La forza della gentilezza, Oscar Mondadori.