Siamo abituati a insegnare la disciplina associata alle punizioni e ai castighi. Disciplina deriva dal latino discipulus ovvero discepolo, che vuol dire "colui che riceve l'insegnamento di un maestro". I discepoli quindi non sono né prigionieri, né bersagli di punizione, ma coloro che apprendono grazie all'insegnamento. Un genitore che si prenda cura di un bambino potrebbe concepire la disciplina come uno dei doni più amorevoli e fortificanti che possa fare? Certamente sì, poiché lo aiuterà a prendere decisioni migliori e a comportarsi bene nel futuro, ad acquisire abilità, in sintesi a favorirne la crescita. Il primo passo è considerare al centro di ogni azione il rapporto con il proprio figlio. Entrare in sintonia con il bambino vuol dire offrire attenzione, ascolto, coinvolgerlo nella soluzione di un problema e fargli capire che siamo dalla sua parte e non contro di lui, anche se il suo comportamento non ci piace. Tuttavia la sintonia non significa permissività, ma avere un atteggiamento empatico (comprenderlo nelle sue emozioni) ed affettuoso accompagnato da limiti chiari e fermi, ossia le cosiddette regole che producono ordine e rassicurazione nella vita del bambino.
I bambini viziati sovente diventano adulti infelici, poiché le persone che incontreranno al di fuori della propria cerchia familiare non sono certamente sempre disposte a soddisfare ogni loro capriccio. In aggiunta, trovano più difficile apprezzare le piccole gioie della vita e la soddisfazione che deriva dal raggiungimento di risultati ottenuti con le proprie forze, se sono stati gli altri a fare le cose per loro. Un effettivo e reale senso di fiducia in se stessi e nelle proprie capacità scaturisce non dal riuscire a ottenere sempre ciò che si vuole, ma dai risultati che si raggiungono con le proprie mani e dalla padronanza che si acquisisce in un determinato ambito.
È ragionevole preoccuparsi del rischio di viziare i propri figli. Una eccessiva indulgenza non giova né ai bambini, né ai genitori e tanto meno alla loro relazione. Ciò nonostante, viziare non ha nulla a che vedere con l'entrare in sintonia con il bambino quando questi è sopraffatto da emozioni intense, ad esempio quando è arrabbiato o agitato, o compie scelte sbagliate.
Ricordate, non si vizia un bambino con l'amore, con le manifestazioni fisiche d'affetto, con la sintonia emotiva e con le attenzioni. Dobbiamo esserci quando i nostri figli hanno bisogno di noi. Entrare in sintonia significa affrontare le difficoltà assieme a loro ed essere disponibili quando soffrono a livello psicologico, proprio come faremmo se si sbucciassero un ginocchio o avessero un malessere fisico.
In tal modo, poniamo le basi dell'autonomia, poiché quando i nostri figli si sentono al sicuro e amati, e quando li avremo aiutati ad acquisire le necessarie abilità relazionali ed emotive allora si sentiranno sempre più pronti ad affrontare tutto ciò che la vita presenterà loro.
Aiutiamo i nostri figli a diventare persone migliori sia nel presente sia da adulti.
(Tratto da "La sfida della disciplina" di D. J. Siegel e T. P. Bryson)
Dott.ssa Ilaria Monticone